Il menù dell'amore

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mercoledì 5 settembre 2012

Tecnologia e cucina

Il post di oggi prende spunto da un articolo uscito su "il club della lettura" del corriere della sera.

L'articolo indaga sul rapporto tra tecnologia, domotica e cucina prendendo spunto da un articolo apparso su New Scients.

A mio avviso l'immissione eccessiva di tecnologie e scienza in cucina sta rovinando l'arte culinaria. Per me la cucina è sapori, odori, suoni che ti guidano e ti conducono la dove devi andare. La cucina è tentativo. Ci provi, assaggi, fa schifo, ci riprovi. E così via. La cucina è passione e costanza. Partiamo dal presupposto che cucinare deve piacere (e non è vero che se ti piace mangiare ti piace cucinare), lo devi fare con amore e passione. Da lì deriva la costanza e la voglia di migliorare, di sperimentare e di mettersi alla prova con piatti sempre più difficili o cotture sempre più impegnative.
Quando la cucina diventa troppo complicata, troppo tecnologica, perde la sua allure di magia. A me già non piace quando nelle ricette invece di dirti di mischiare gli ingredienti con un sano cucchiaio ti dicono di mettere tutto nel mixer.. ma perché?? Capisco facilitarsi la vita (ad esempio montare il bianco d'uovo a neve è più facile con le fruste elettriche) però neanche esagerare. Impastare? A mano, please. Per stendere la pasta? Mattarello e nonna papera (manuale, please, che almeno non si rompe mai).
Io ho un'idiosincrasia con le dosi. Infatti non faccio quasi mai dolci. L'idea di vedere la mia creatività limitata da misurini e bilance mi atterrisce (poi è vero non mi piacciono proprio i dolci). Non chiedetemi mai quanto ci va di questo o di quello. Tanto la risposta sarà un po', regolati ad occhio, sempre e comunque (chiedere alla Deja - la fotografa del cibo - per conferma!).

Insomma, per me la cucina è ancora magia, condivisione, qualcosa da fare con le mani. Sporcarsi le mani, assaggiare, provare. Spegniamo i computer, scolleghiamoci. Almeno in cucina! (poi dopo pubblichiamo i risultati sul blog). Prendiamoci il nostro tempo. Facciamolo davanti a un bicchiere di vino, con calma (che la fretta è cattiva consigliera). Sentiamo il sapore meraviglioso dalla cipolla che soffrigge, il suono magico del vino quando sfuma il riso, il sapore straordinario che ha il sugo quando ci aggiungi un po' di sale e pepe.

In questo senso mi viene in mente una storia, raccontata da una mia amica. La famiglia è titolare di un ristorante da generazioni. In cucina erano, all'epoca della storia, presenti nonna (seduta su una sedia ma sempre attenta a ciò che succedeva intorno), mamma e la mia amica (oltre al poco personale di cucina). Si stava facendo un risotto e la mia amica (seguendo come tutte noi i tempi di cottura) dice "adesso ci va il vino per sfumare il riso" e la nonna dalla sedia (neanche poteva vedere la sedia) dice "ma no, non lo senti il riso che non è pronto??". Ed è tutta lì la cucina. Saper sentire il riso. Capire cosa gli ingredienti ti chiedono.

BUON APPETITO!

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